WONDER WOMAN
Ispirato a un fatto di cronaca, è invece lo spettacolo “Wonder Woman”, tratto dal fumetto di William Marston, realizzato da Antonio Latella e Federico Bellini.
La storia ripercorre la vicenda di una ragazza peruviana vittima di uno stupro di gruppo e di una sentenza dove gli imputati vennero assolti in virtù dell’estetica della giovane donna.
Il testo ricostruisce con l’immaginazione il fatto in sé e gli ostacoli affrontati dalla ragazza per provare ad affermare la propria verità. Un flusso di parole, spesso senza punteggiatura, che pare assecondare il ritmo, il battito cardiaco e il susseguirsi dei pensieri della giovane, sottoposta a interrogatori o richieste che sembrano non tener conto del trauma subito e del dolore provato. Seguendo queste linee guida, il testo diviene quasi un nastro di registrazione che di continuo si arresta e si riavvolge per tornare al punto di partenza, accettando e raccogliendo in sé anche le contraddizioni che caratterizzano quasi ogni deposizione, in un contesto anche sociale dove la ricerca della verità, più che promossa, pare piuttosto scoraggiata o strumentalizzata.
L’intera vicenda crea una sorta di eroina contemporanea, una Wonder Woman, donna guerriera dei nostri tempi che, come nel fumetto creato da William Marston, sembra essere parte delle amazzoni costrette a combattere contro gli uomini oppressori, ma non esita a denunciare i propri assalitori e a farsi carico della fatica e della sofferenza che provoca ogni tentativo di far emergere l’autenticità dei fatti.